L’artrosi rappresenta una condizione patologica che si manifesta come una vera e propria malattia quando arriva a compromettere in modo significativo la qualità della vita e la routine quotidiana di chi ne è affetto. Si tratta di una problematica che può causare un dolore intenso e persistente, spesso tale da limitare le normali attività giornaliere e influire negativamente sul benessere generale della persona. Per alleviare il dolore e migliorare la funzionalità articolare, esistono diverse strategie terapeutiche e approcci che possono essere adottati, variando in base alla gravità della situazione e alle esigenze individuali del paziente.
Artrosi: cause e definizione
L’artrosi, nota anche come osteoartrosi, è una delle patologie più diffuse tra la popolazione adulta, soprattutto tra gli anziani. Questa condizione interessa principalmente le articolazioni del nostro sistema scheletrico, coinvolgendo spesso quelle maggiormente sollecitate nel corso della vita. L’artrosi viene generalmente considerata una malattia cronica e progressiva, che si sviluppa gradualmente con l’avanzare dell’età , rappresentando una sorta di processo fisiologico di invecchiamento delle articolazioni, anche se in alcuni casi può manifestarsi in modo più rapido e aggressivo.

Con il passare degli anni, le articolazioni tendono naturalmente a subire un processo di usura, ma esistono situazioni particolari in cui l’artrosi si presenta in forma più grave e difficile da gestire. Il deterioramento delle superfici articolari o il sovraccarico, come avviene nelle articolazioni degli arti inferiori che sostengono il peso corporeo, possono essere aggravati da numerosi fattori. Tra questi, si annoverano predisposizioni genetiche, condizioni di sovrappeso o obesità , e problematiche di salute generale come disturbi circolatori (ad esempio l’emofilia) o fragilità ossea e strutturale. In molti casi, tuttavia, l’artrosi viene classificata come una patologia idiopatica, ovvero di origine sconosciuta, poiché le cause specifiche non sono sempre chiaramente identificabili.
Condizioni genetiche, eccesso di peso corporeo, obesità , oltre a uno stato di salute generale compromesso da disturbi circolatori come l’emofilia o da una particolare fragilità ossea, sono tutti elementi che possono favorire l’insorgenza e l’aggravamento dell’artrosi. Nonostante ciò, nella maggior parte dei casi, questa patologia viene considerata idiopatica, cioè priva di una causa ben definita, rendendo spesso complessa la prevenzione e la gestione mirata del disturbo.
Sintomi
I sintomi dell’artrosi sono generalmente ben riconoscibili e correlati sia alle cause scatenanti sia alle articolazioni coinvolte. Tra i segnali più comuni si riscontrano una riduzione della sensibilità nelle articolazioni interessate, episodi di dolore che possono essere sia acuti che cronici, e una maggiore difficoltà nei movimenti, che può arrivare a limitare in modo significativo la mobilità e la funzionalità delle aree colpite. Altri sintomi includono rigidità articolare, gonfiore e, nei casi più avanzati, deformità delle articolazioni stesse.

L’artrosi può essere aggravata o scatenata da condizioni come la gotta o da attività lavorative e sportive che sottopongono le articolazioni a un uso eccessivo e ripetuto. Anche l’assunzione prolungata di determinati farmaci può contribuire all’insorgenza della patologia. Chi soffre di artrosi spesso sperimenta difficoltà nel mantenere una postura stabile e corretta delle parti del corpo interessate, con conseguente peggioramento della qualità della vita.
Si stima che circa il dieci per cento della popolazione adulta sia affetta da una qualche forma di artrosi, anche se la diagnosi può risultare complessa, poiché in oltre due terzi dei casi si tratta di una conseguenza naturale del processo di invecchiamento delle articolazioni. Solo in alcune situazioni è possibile intervenire in modo risolutivo, mentre nella maggior parte dei casi si cerca di gestire i sintomi e rallentare la progressione della malattia.
I tipi di artrosi
Le forme di artrosi più frequenti interessano le articolazioni degli arti, come braccia, gambe, mani e piedi. La classificazione principale distingue tra artrosi primaria, ovvero quella più comune e legata al normale processo di usura delle articolazioni, e artrosi secondaria, che invece deriva da altre patologie, traumi o interventi chirurgici invasivi che hanno compromesso la funzionalità articolare.

L’artrosi può manifestarsi come una condizione localizzata, coinvolgendo una sola articolazione, oppure come una forma multipla, che interessa contemporaneamente più articolazioni o intere sezioni del corpo, come le dita di una mano. Ogni tipologia richiede un percorso diagnostico specifico e un approccio terapeutico personalizzato, volto sia al controllo dei sintomi sia al miglioramento della qualità della vita del paziente.
Attualmente non esiste una cura definitiva per l’artrosi, ma il trattamento viene personalizzato in base alla causa sottostante e alla localizzazione della patologia. Le opzioni terapeutiche spaziano dall’uso di farmaci antinfiammatori e analgesici, a interventi chirurgici nei casi più gravi, fino a modifiche dello stile di vita, come una dieta equilibrata e l’attività fisica mirata, per preservare la funzionalità articolare e ridurre il dolore.
Come ridurre il dolore
È fondamentale ottenere una diagnosi il più possibile accurata e dettagliata, data la varietà di forme e cause dell’artrosi. In generale, il trattamento sintomatico prevede l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare il dolore e l’infiammazione, ma è altrettanto importante evitare di sottoporre le articolazioni colpite a ulteriori stress o traumi, valutando attentamente ogni singolo caso.

Per prevenire il peggioramento dell’artrosi e alleviare i sintomi, è consigliabile ridurre il peso corporeo, adottare una dieta varia e bilanciata ricca di cereali integrali e latticini, e sottoporsi a controlli medici regolari. Questo perché altre patologie, anche apparentemente non correlate all’artrosi, possono influire negativamente sulla salute articolare e aggravare la situazione clinica.
L’esecuzione di esercizi di stretching mirati, purché approvati dal proprio medico, può contribuire a mantenere la mobilità articolare e a rallentare la progressione della malattia. In alcune situazioni specifiche, come nel caso dell’artrosi dell’anca, può essere necessario ricorrere a trattamenti più invasivi, inclusi interventi chirurgici, per ripristinare la funzionalità e ridurre il dolore in modo significativo.